La Fattoria

Fattoria CarneBioTutto è cominciato nel luglio del 1961 quando Guido Giordani, un uomo fatto da sé, come si dice oggi, partito dal niente, poi commerciante di bestiame, poi imprenditore, comprò la Fattoria Il Palazzo, forse la più grande azienda agricola della zona, ma, all’epoca, in condizioni pessime. 220 ettari circa, situati a 780 metri di altezza, sulle pendici dell’ Appennino Tosco Emiliano.

Il potenziamento delle stalle fu il primo passo verso la creazione di un allevamento modello, unica fonte di reddito ad un’altitudine particolare dove è impossibile coltivare in maniera intensiva. E nel 1980, dopo vent’anni di produzione di latte con le classiche vacche brune alpine della zona, la svolta e l’ingresso in azienda delle limousine.
fattoria-backUna scelta sofferta, ma vincente: dopo più di vent’anni le 105 vacche sono tutte nate in azienda, fecondate con tori aziendali ed il nuovo spaccio aziendale di carne biologica, chiude il ciclo della produzione. I vitelli che nascono e crescono al pascolo, vengono ingrassati in stalla, macellati secondo le regole rigide che la società impone, sezionati e commercializzati direttamente in azienda.

E’ così che la linea vacca-vitello dà i propri frutti, con altrettanti sacrifici. Elisabetta, figlia di Guido, scomparso nel 1995, ha preso in mano le redini dell’azienda, supportata dalla madre Wanda, ferrea amministratrice ex maestra del paese, e dalla figlia Valeria, giovane giornalista convertita all’imprenditoria.
“Un mestiere difficile e molto impegnativo, soprattutto perché affrontato dal gentil sesso – spiega Elisabetta – un mondo ancora tutto maschile che non perde occasione per cercare di affermarsi alla faccia della cavalleria!.” Un vero e proprio matriarcato; un’azienda gestita “in rosa” tutta al femminile che ha voluto dare spazio e continuità a quella che era stata la ragione di vita dei nonni.

spaccio-smallUn salto al buio, quello della conversione delle colture e soprattutto dell’allevamento al metodo biologico. Tutto è iniziato tre anni fa, in tempi non sospetti di mucca pazza. L’idea di partenza, concretizzata con l’apertura dello spaccio aziendale, era di dare concretezza e di restituire il ciclo naturale ai terreni e all’allevamento. “Le nostre carni – spiegano le tre signore – mantengono un gusto ed una morbidezza che non hanno eguali rispetto ad animali allevati con sistemi di alimentazione forzata.
Ma ottenere questa qualità costa. L’animale biologico, rispetto all’allevamento convenzionale, ha a disposizione maggiori spazi e viene nutrito con foraggio biologico prodotto in azienda, a fibra lunga, secondo le proprie esigenze fisiologiche.

Sono questi i fattori determinanti della bontà della nostra carne;
contiamo di raggiungere in via diretta il consumatore e così abbiamo aperto la vendita diretta, su prenotazione, di carne bovina biologica.

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